E' seduta. Qualcosa la turba. Pierantonia ha gli occhi rossi, forse lucidi. La bocca imbronciata e le dita nervosamente intrecciate tra loro, in continuo movimento.
"Ah eccoti!Guarda che la Dirigente tra poco passerà a chiederci quel dossièr e se non ci trova sedute davanti al computer sono cavoli amari" dice sorridente la sua collega.
"Certo, certo, arrivo subito....stavo solo prendendo una boccata d'aria, due minuti e arrivo. Giusto il tempo di fumarmi una sigaretta" risponde con aria assente Pierantonia, con lo sguardo fisso nel vuoto.
"Ok, ma sbrigati, anche perchè qui fuori si gela!Brr...io rientro, a dopo!".
Pierantonia sfila tremante una sigaretta, la accende, e aspira nervosamente.
"Tin-tin". E' arrivato un messaggio, o almeno così sembrerebbe. Strano però, Pierantonia sembra proprio non essersene accorta.
"Tin-tin". Un secondo messaggio. Pierantonia sospira e getta via con rabbia la sigaretta, ancora a metà. Cerca il cellulare, sospira ancora e finalmente legge: "Tesoro scusa, ho fatto di nuovo tardi ieri sera e quando sono tornato già dormivi. Stasera ceniamo insieme :)?". Pierantonia sorride sarcastica.
Secondo messaggio: "Piccola come mai non mi rispondi?Fammi sapere per stasera".
Pierantonia spegne il cellulare rabbiosa. Lo infila in tasca. Poi lo riprende e inserisce il numero di sua cugina.
"Risponde la segreteria telefonica. Lasciare un messaggio, grazie."
"Ehi Belèm, sono io. Ho bisogno di parlarti. Avevo pensato di non dirlo a nessuno, ma non riesco a gestire da sola questa situazione. Richiamami.". Chiuso il cellulare, lo rinfila in tasca. Poi, finalmente, rientra in ufficio, trascinando rumorosamente i piedi e scuotendo l'aria intorno a sè.